ROSA BALISTRERI LA VOCE RUVIDA DELLA SICILIA

Pubblicato il 24 novembre 2025 alle ore 11:51

Ho deciso di gridare le mie proteste, le mie accuse, il dolore della mia terra..."

 

Nel panorama musicale contemporaneo, pochi nomi riescono a lasciare un’impronta così profonda e intensa da influenzare generazioni. In un tempo in cui le voci delle donne del sud erano spesso soffocate dal silenzio della miseria e dell’oppressione, Rosa Balistreri emerse come un grido crudo. Nata in una Sicilia segnata dalla povertà, Rosa ha saputo riscrivere le regole del suo genere, trasformando il proprio canto in un linguaggio universale, capace di oltrepassare i confini culturali, temporalI e popolari. Rosa non fu solo musica e “cuntastorie”: ma un simbolo di evoluzione artistica e umana con forte riscatto sociale. Questo articolo ripercorre la sua vita, la sua arte e l’impatto con alcuni personaggi e il lascito attraverso l’intervista ad alcuni personaggi sulla scena musicale e teatrale.

“Voi capirete Rosa BALISTRERI quando sarò morta, ma da viva mai,

perché protesto, ho ragione di protestare, e chi mi capisce, capirà.

 

Rosa Balistreri nacque a Licata il 21 marzo 1927, il padre era un sempLICE artigiano e la madre era casalinga. Secondo numerosi fonti ebbe un’infanzia povera e segnata da episodi di grande violenza. Lasciò giovanissima la scuola per lavorare come domestica. Dopo un matrimonio combinato, alcuni drammi familiari E  un periodo di carcere per legittima difesa, Rosa fuggì da Licata portando con sé la figlia. Negli anni cinquanta, si trasferì a Firenze insieme con i fratelli, ma un doppio dramma colpì la famiglia di Rosa: la sorella Maria morì tragicamente e il padre si tolse la vita per il dolore. Questi tragici eventi influenzeranno profondamente l’arte della Balistreri. Durante la permanenza in Toscana, rosa iniziò ad avvicinarsi al teatro e alla musica popolare. In quegli anni intraprese anche una relazione con il pittore Manfredi Lombardi, che durò circa 12 anni e che la introdusse nel panorama artistico e culturale italiano. Nel 1966 Rosa debuttò come cantante al teatro dei satiri di Roma, dove venne notata da Dario FO e Ignazio buttitta, che riconobbero in lei una voce potente e autentica. Inizia così la sua carriera artistica. Nei primi anni settanta, conclusa la relazione con Manfredi, rosa tornò a Palermo e continuò a collaborare con artisti intellettuali della sua terra Natale. Fu proprio in questo periodo Che pubblicò i suoi testi più celebri dando voce a storie di dolore,emigrazioni,povertà, mafia e oppressione femminile.

 

DOPO LA SUA MORTE, AVVENUTA NELLA SUA PALERMO NEL 1990, LA MEMORIA DI ROSA SEMBRÒ CADERE NEL DIMENTICATOIO. DA CIRCA  UN QUINDICENNIO, I NIPOTI DELLA BALESTRIERI HANNO RECUPERATO LA FAMA E IL VALORE DELLA CANTASTORIE.

IMPORTANTE L’ EVENTO DEL 2008, CHE HA RESO OMAGGIO A ROSA ALL’ ETNAFEST DI CATANIA, IN COLLABORAZIONE CON CARMEN CONSOLI E ALTRI NOMI IMPORTANTI DELLA MUSICA ITALIANA, CHE HANNO CANTATO LE CANZONI DI ROSA IN SICILIANO. PRESENTI ALL’ EVENTO: GIORGIA, TOSCA, ORNELLA VANONI, NADA, MARINA REI  E ALTRI.

OGGI COME IERI LE SUE CANZONI SONO ATTUALI, NON CONOSCONO IL PASSAR DEL TEMPO E SUSCITA GRANDI EMOZIONI.

 

Gloria santangelo

Una tradizione che non muore

 

È LA GIOVANE ARTISTA CATANESE GLORIA SANTANGELO A PORTARE IN GIRO, CON PASSIONE,GRANDE RESPONSABILITÀ E AMORE ,IL PREZIOSO LASCITO DI ROSA. IL SUO IMPORTANTE COINVOLGIMENTO NEGLI EVENTI - TRIBUTO AD UNA FIGURA ICONICA DELLA MUSICA SICILIANA COME ROSA BALISTRERI, INDICA UN PROFONDO IMPEGNO CULTURALE OLTRE A RIAPPROPRIARSI DEL CONTESTO NARRATIVO, FOLKLORISTICO E IDENTITARIO.

 

 

 

MUNITA DELLA SUA CHITARRA, CHE STRINGE FORTE DALL’ ETÀ DI 13 ANNI, NARRA DI “MAVARIA”, VICENDE POPOLARI E “MALA SORTI”.

GLORIA SANTANGELO SI UNISCE IN QUESTA TRADIZIONE CON UN LINGUAGGIO PIÙ CONTEMPORANEO: RACCOGLIE LE ANTICHE RADICI SICILIANE, INTRECCIA SONORITÀ NUOVE CREANDO UN PONTE FRA PASSATO E PRESENTE.

LA SANTANGELO, SI DEDICA ALLA RICERCA E ALLA REINTERPRETAZIONE DELLA MUSICA FOLK TRADIZIONALE SICILIANA, OLTRE ALLO STUDIO DELLA STESSA LINGUA. LE SUE PERFORMANCE COMBINANO CANTO, TEATRO, NARRAZIONE, TRASPORTANDO IL PUBBLICO IN UN VERO VIAGGIO EMOTIVO.

NEI SUOI SPETTACOLI, ATTRAVERSO LA SUA VOCE POTENTE E INTENSAMENTE ESPRESSIVA, SUSCITA PROFONDA E FORTE EMOZIONE, RESTITUENDO DIGNITÀ ALLE “PICCOLE STORIE” DEL POPOLO TRASFORMANDOLO IN MEMORIA CONDIVISA. CIÒ CHE DISTINGUE GLORIA SANTANGELO È LA SUA CAPACITÀ DI INNOVARE SENZA TRADIRE.

RIMANE FEDELE ALLA SUA CHITARRA, MA CON SONORITÀ MODERNE E ARRANGIAMENTI ORIGINALI.

IN QUESTO MODO, LA “CUNTASTORIE” NON SI LIMITA A CONSERVARE UN PATRIMONIO CULTURALE, MA RINNOVA E LO RENDE ACCESSIBILE. COLLABORAZIONI IMPORTANTI CON MAESTRI DEL TEATRO, LETTERATI, MUSICISTI E ASSOCIAZIONI CULTURALI LE HANNO PERMESSO DI DIFFONDERE LA CULTURA SICILIANA ANCHE FUORI DALL’ ISOLA.

 IL DEBUTTO DELLA GIOVANE ARTISTA, AVVIENE GRAZIE AL REGISTA PINO PESCE, CHE LA SCEGLIE PER L’ OPERA TEATRALE “MEMORIA DI UNA VOCE”. L’OPERA È TRATTA DAL LIBRO DI GIUSEPPE CANTAVENERE, IL PRIMO AUTORE A RACCONTARE IN MODO APPROFONDITO LA FIGURA DI ROSA BALISTRERI. CANTAVENERE, AMICO PERSONALE DI ROSA BALISTRERI, RACCOGLIEVA DIRETTAMENTE DA LEI STORIE, RICORDI, AVVENTURE E TESTIMONIANZE CHE LEI STESSA GLI AFFIDAVA DURANTE LE FREQUENTI VISITE NELLA SUA PICCOLA CASA. DA QUESTO MATERIALE NACQUE IL LIBRO, DAL QUALE PINO PESCE, REGISTA E LETTERATO, TRASSE POI L’ ADATTAMENTO TEATRALE.

NELL’ ALLESTIMENTO, PESCE AFFIDA ALLA SANTANGELO IL RUOLO DI ROSA, SEGNANDO COSÌ IL SUO VERO LANCIO ARTISTICO. SI TRATTA COSÌ DELLA SUA PRIMA INTERPRETAZIONE DI UN PERSONAGGIO TANTO COMPLESSO, ESPERIENZA CHE LEI CONSIDERA FONDAMENTALE NEL SUO PERCORSO, PREZIOSA COME “UN DIAMANTE”.

CON LA SUA ARTE E I SUOI TRIBUTI A ROSA BALISTRERI, GLORIA SANTANGELO DIMOSTRA CHE LE STORIE NON MUOIONO MAI: CAMBIANO FORMA, VOCE E RITMO, MA RESTA IL FILO INVISIBILE DELL’ AMORE INDISSOLUBILE CHE UNISCE IL PASSATO AL FUTURO, OLTRE ALL’ APPROFONDIMENTO DEL VALORE UMANO E CULTURALE DEI BRANI, CHE CUSTODISCONO UNA FORZA ESPRESSIVA E UNA SINCERITÀ EMOTIVA NON COMUNI.

NELL’ INTERVISTA CHE SEGUE CI RACCONTA COME NASCONO I SUOI BRANI, QUALE LEGAME LA UNISCE ALLE SUE RADICI, IL SUO INCONTRO SPIRITUALE CON ROSA BALISTRERI, I SUOI SOGNI E I SUOI PROGETTI, ACCOMPAGNANDOCI DENTRO IL SUO MONDO, DOVE LA PAROLA INCONTRA LA MELODIA E TUTTO SI TRASFORMA IN UN RACCONTO.

 

L’ INTERVISTA A GLORIA SANTANGELO

 

  • Rosa Balistreri rappresenta per te un rifugio, quasi una casa, quando e come è avvenuto il tuo primo incontro con la sua musica e la sua figura?

 

G – “Il mio primo incontro con la musica di Rosa Balistreri risale all’infanzia, trascorsa con i miei bisnonni e nonni. Mia bisnonna Sarina, originaria di Nissoria, e mio bisnonno di Adrano erano persone semplici e autentiche. Mio bisnonno, in particolare, era carrettiere, e in casa avevamo un giradischi dove non mancava mai la musica siciliana, inclusi i brani di Rosa Balistreri. Ascoltando la sua voce, provavo un blocco emotivo: Rosa non cantava, quasi urlava, e quel richiamo mi toccava profondamente. Con l’arrivo del primo computer, iniziai a cercare su Wikipedia donne siciliane forti che cantavano, e così scoprii Rosa. Approfondendo le mie ricerche, mi resi conto di quanto la sua vita fosse affine alla mia. Da quel momento, non mi sono mai più allontanata dalla sua musica. A tredici anni ho iniziato a suonare la chitarra, e i suoi brani mi hanno accompagnata costantemente.”

 

2- Cosa hai scoperto di te stessa in questo percorso artistico?

 

G- “Ho scoperto che non si può dare voce agli altri se prima non si accetta la propria vulnerabilità. Rosa mi ha insegnato il coraggio della verità, anche quando brucia. Attraverso il suo canto ho imparato ad ascoltare il mio silenzio, a non aver paura delle mie fragilità. Ogni volta che salgo sul palco, mi spoglio di ogni maschera e mi riconcilio con la mia parte più intima e vera.”

 

  • Il brano “Mavaria” è disponibile sulle    piattaforme da diversi mesi. Puoi raccontarci   come è nato  e qual’ è stata l’ispirazione dietro questa composizione?

 

G - “Mavaria” nasce dal desiderio di far emergere la sicilianità e dalle tradizioni tramandate dai miei nonni e bisnonni, fra preghiere antiche capaci di curare il malocchio e credenze popolari siciliane. “Mavaria” non inneggia al malocchio, ma esplora queste radici culturali e il concetto di bene e male. La mia teoria è che il malocchio esiste solo se noi ci crediamo, e in questo brano racchiudo anche questa riflessione. “Mavaria” è nato scrivendo rigorosamente a mano, con carta e penna, nella mia stanza, omaggiando le tradizioni e le radici che mi sono state tramandate”

 

  • Hai un ricordo particolare legato al tuo percorso con Rosa Balistreri?

 

G- “Sì, ce n’è uno che porto nel cuore. Una volta, parlando con il mio regista, mi confidai su un fatto personale, lasciando intuire che il legame con Rosa era molto più profondo di un semplice spettacolo. Lui mi guardò in un modo che non dimenticherò mai — come se avesse riconosciuto in me quella stessa urgenza di raccontarsi che animava Rosa. In quel momento capii che non stavo solo recitando, ma continuando una storia che non finisce mai.”

 

5-Tra i brani di Rosa ce n’è qualcuno in particolare a cui sei molto legata e che canti nei tuoi concerti?

 

G-“Quello a cui sono più legata è “Cantu e cuntu”. L'introduzione recita: “Stasira vai e curru cu lu ventu, a grapiri li porti di la storia.” Per me, il vento diventa un maestro, una guida che difficilmente sbaglia. È come seguire la propria coscienza: guidati da essa possiamo aprire le “porte” del passato per guarire o scoprire qualcosa di importante. Nel ritornello: “Cantu e cuntu, cuntu e cantu ppi no perdiri lu cuntu. Grapu li pugna cuntu li jita restu cu sugnu scurru la vita”; in questa parte percepisco un forte velo di follia: pugni serrati e riaperti per contare le dita, concentrandosi solo su se stessi. È un esercizio simbolico: allenarsi con corpo, anima e musica per affrontare realtà che a volte sono troppo difficili da accettare.

Questa è la mia interpretazione personale è il motivo per cui “canto e cunto” è il brano che porto nel cuore.”

 

 

6-Gloria, quali sono i sogni e i progetti futuri? Cosa ti aspetti dal tuo percorso professionale e con chi ti piacerebbe collaborare ?

 

G-“Tra i miei sogni e progetti futuri c'è la voglia di andare sempre avanti con la mia musica. Il mio obiettivo è far emergere “la voce del cuore”, affinché questo messaggio arrivi a quante più persone possibili. La mia musica e la mia voce non sono perfette, ma il suo suono è unico per ciascuno e la voce del cuore è qualcosa che tutti condividono.

Mi piacerebbe collaborare con Fiorella Mannoia e Loredana Bertè, artiste che ammiro profondamente.”

 

 7-Oltre a Rosa ci sono altri cantautori o gruppi folk siciliani a cui ti afferisci?

 

G-“Oltre a Rosa  Balistreri non ci sono molti artisti a cui faccio riferimento diretto, ma amo ascoltare canta cronache e in particolare Buttitta, da cui ho imparato molto.”

8- Tra le più grandi canzoni in lingua siciliana, qual’ è quella tipica che porti con te?

 

G-“Tra le canzoni in lingua siciliana più conosciute amo ascoltare le tarantelle strumentali. La mia preferita è  “Mokarta” della banda Kunsertu”

 

9- Un proverbio tipico siciliano che ripeti spesso e che suona per te come un mantra.

 

G-“Fai beni e scorditillu, fai mali e pensici”. Sono convinta che siamo ciò che pensiamo e ciò che facciamo. È fondamentale lavorare su se stessi, imparare a donarsi e fare bene nel silenzio, così che questo possa ritornare in forme diverse e innumerevoli volte. Allo stesso modo, funziona anche l'inverso.”

 

10-Una parola qualsiasi per descrivere Gloria Sant’Angelo .

    G- “Trascendentale”

                                                                                 

 

 

           Dr.ssa Luisa Zinna

                                                                              Arte, Musica & Spettacolo ©

Aggiungi commento

Commenti

Non ci sono ancora commenti.