
Il Battito dei colori: l’Arte di Paola Piol
“Mi chiamo Paola Piol e il mio cuore batte al ritmo dei colori.”
Così l’artista bellunese si racconta, con la semplicità e l’intensità di chi ha scelto di fare dell’arte un percorso di vita. Nata e cresciuta tra i paesaggi delle Dolomiti, Paola porta con sé l’eco della natura, della luce e dei silenzi che caratterizzano la sua terra, trasformandoli in segni e cromie capaci di parlare direttamente all’anima.
Il suo legame con la pittura è profondo e autentico: da sempre il colore è per lei compagno di viaggio, strumento attraverso cui leggere e interpretare il mondo. Nel 2018 intraprende un corso di pittura a olio e da quel momento si apre davanti a lei una nuova dimensione espressiva, quella dell’iperrealismo. Un linguaggio che le permette di avvicinarsi al dettaglio, di cogliere la vibrazione della vita negli occhi di un animale, la delicatezza di un fiore, la bellezza nascosta nei tratti di un volto o la vastità silenziosa di un paesaggio.
Le sue opere hanno trovato spazio in mostre e rassegne sul territorio italiano, in luoghi di prestigio come l’Hotel Ristorante La Casona di Feltre e la Cooperativa di Cirvoi, ma anche oltre confine, fino a raggiungere la Corsica e Rovigno. Un percorso che testimonia la forza comunicativa del suo lavoro, capace di varcare i confini geografici per incontrare sensibilità diverse.



Se l’iperrealismo le offre la possibilità di restituire con precisione la bellezza del reale, è nel dialogo tra realtà e visione che la pittura di Paola Piol trova la sua cifra più autentica. Nei suoi quadri la materia pittorica non si limita a rappresentare: diventa energia, flusso, emozione. I colori, intensi e stratificati, non sono solo rivestimento, ma vita che pulsa sulla tela. L’artista sembra voler catturare ciò che normalmente sfugge – il riflesso di una luce, la vibrazione dell’acqua, la soglia tra visibile e invisibile – e offrirlo allo sguardo di chi osserva.
Nelle sue opere coesistono due anime: da un lato la precisione quasi fotografica di dettagli che rivelano una straordinaria capacità tecnica; dall’altro, un approccio visionario che dissolve i contorni e apre spazi di suggestione e poesia. È proprio in questa dualità che si coglie la forza della sua ricerca: trasformare la realtà in esperienza sensoriale, rendere universale ciò che è intimo e personale.



Osservare i dipinti di Paola Piol significa intraprendere un viaggio: un viaggio nel colore, nei riflessi e nelle emozioni. È un invito a rallentare lo sguardo, a cogliere la bellezza nascosta nei dettagli, a lasciarsi trasportare in un mondo dove l’arte diventa linguaggio universale. La sua pittura non chiede solo di essere vista, ma di essere vissuta, come esperienza interiore e poetica.
Abbiamo avuto il piacere di intervistarla in occasione della sua partecipazione della Rassegna d'Arte Internazionale "Introspettiva": un viaggio che ci ha permesso di entrare nel suo mondo, non solo attraverso i suoi colori, ma anche attraverso le sue parole.
1. Quando hai capito che l’arte sarebbe stata il tuo linguaggio?
L’ho capito quando ho smesso di cercare parole per esprimere quello che sentivo. Il gesto, il colore e il segno dicevano più di qualsiasi frase.
2. Come definiresti il tuo stile, se dovessi farlo con tre parole?
Istintivo, evocativo, sospeso.
3. Da dove nasce la tua ispirazione per un’opera?
Spesso nasce da una sensazione vaga, un’immagine che mi colpisce, un dettaglio, a volte sono le mie figlie che mi mandano foto .
4. Quali temi cerchi di esplorare attraverso la tua arte?
La memoria, la fragilità del tempo e il silenzio, la bellezza delle persone, e degli animali, Mi interessa ciò che è sottile, che sfugge.
5. C’è un messaggio che vuoi che il pubblico colga, o preferisci lasciare spazio all’interpretazione?
Preferisco lasciare spazio. Mi piace che ogni osservatore possa trovare una propria lettura, magari anche lontana dalla mia.
6. Che rapporto hai con i nuovi media e l’arte digitale?
Li osservo con curiosità, ma il mio processo è profondamente legato al tatto, alla materia. Non li escludo, ma li sento ancora distanti dal mio linguaggio.
7. Nel processo creativo delle tue opere, quanto spazio concedi all'improvvisazione spontanea rispetto alla meticolosa pianificazione?
Per me la pianificazione è fondamentale. Ogni opera nasce da un’idea precisa, l improvvisazione può emergere nei dettagli, ma la direzione è sempre chiara fin dall’inizio.
8. Quali episodi puoi ricordare come i più appaganti e significativi nell'arco della tua carriera artistica fino ad ora?
Il primo invito a esporre da sola, e mia figlia che, davanti alle mie opere , mi ha presentata.
9. Quale ruolo gioca per te il colore nel tuo lavoro? Come scegli i colori e che significato assumono?
Il colore è emozione pura. Non lo scelgo solo per armonia visiva, ma per ciò che trasmette. Scelgo quasi sempre un soggetto per il colore.
10. Se avessi l'opportunità di collaborare con un artista di qualsiasi epoca, passata o attuale, chi sarebbe la tua scelta e quali motivazioni ti guiderebbero?
Mi piacerebbe collaborare con Caravaggio Per la sua capacità di usare la luce
11. Hai realizzato un'opera che consideri particolarmente significativa?
Sì, un animale che ho dipinto per una cara amica , quando ho visto i suoi occhi lucidi e amorevoli ho capito che anche con la pittura si può accarezzare il cuore delle persone.
12. Quali sono le mostre attualmente aperte al pubblico, e cosa ha in serbo il futuro per Paola Piol nella scena artistica?
Attualmente un opera sara’ esposta alla Galleria 57 di Napoli, sempre a Napoli alla mostra tradizione innovazione, premio Arte Cordignano a Tv , mostra giochi olimpici Milano Cortina.



Con sincera gratitudine verso chi si sofferma sulle sue tele, Paola Piol offre il dono più prezioso che l’arte possa dare: la possibilità di ritrovare sé stessi, specchiati nei colori e nelle forme di un mondo che, attraverso la sua sensibilità, diventa più luminoso e intenso.
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La Redazione
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