1. Da dove nasce la tua ispirazione e cosa ti guida nell'immaginare nuove opere?
Gran parte della mia ispirazione artistica, in genere, nasce da visioni. Ritengo tali, figlie di un vissuto più o meno roseo. In tenera età, immaginare diventava necessario, non per tendenza naturale e genuinamente ludica ma come una sorta di mentale evasione e allontanamento dalla realtà…. Tale strumento, convertito e reso docile, pur avendo perso il suo scopo originale, ancora, vivacemente, accompagna la mia esistenza. L’immaginazione si fonde con l’emozione. Pertanto il seme che genera nuove opere è prettamente emotivo, nasce dal profondo e mi scorre dentro. L’origine è come un lampo, un pensiero durante una interessante conversazione, durante una passeggiata notturna o ammirando il sorgere del sole…. osservando un fiore, un albero e la sua radice. Una vicenda, una notizia, o perché no, per chi crede al Se Superiore, una richiesta rivolta a me stesso.
2. Come hai iniziato il tuo percorso artistico e quali furono i primi passi che ti portarono a diventare un artista?
Premesso che sono autodidatta e sin dalla tenera età, con scarse risorse e più volte di nascosto, cercavo di creare qualcosa che consideravo arte. Potesse essere un dipinto piuttosto che qualcosa di plastico. Periodi e luoghi dove l’arte di un bimbo era ritenuta una perdita di tempo e non certo un indizio o inclinazione da coltivare…. Da qui una lunghissima pausa dedicata a una varietà di dure ma stimolanti professioni dove, sovente, la creatività e intuizione diedero frutti al tessuto industriale…. In età adulta, un fatidico blocco del mondo, fu un nuovo e soddisfacente inizio artistico. Nel 2020, con gli eventi terreni di bassa frequenza, mi era più comodo pensare a come potesse essere raffigurato, con più di una scultura, “un pezzo di universo” ……
3. Quando concepisci un'opera, come si sviluppa la tua idea e quali sono i processi creativi che metti in atto?
Un bagliore con uno strascico che si protrae in una notte insonne. Questo è il concepimento di una mia opera. Martella e chiede di uscire. La cosa fantastica è che
parecchi quotidiani avvenimenti successivi si ricollegano a questa embrionale idea. È come se qualcuno ti stesse incitando a iniziare dicendoti che la strada è quella giusta… Ecco che, diventa urgente piegare un pezzo di rame o di alluminio, creare un grezzo piedistallo e, dire a me stesso, stai calmo, abbiamo iniziato! Le mie opere
sono completamente prive di progetto alcuno. Da una rinomata Critica dell’Arte, fui definito “l’artista con capacità di creare e plasmare ex nihilo la materia a suo
impulso e volere” ….
4. Quali emozioni provi mentre crei e cosa rappresenta per te l'arte nel suo significato più profondo?
“hic et nunc”, qui e ora! No, mentre produco arte, questa locuzione non fa il caso mio. Mi è impossibile essere “qui e ora” mentre creo. La mente “incarica” il corpo
al processo plastico e se ne va altrove, vola nell’astratto e si placa… ogni tanto torna per controllare l’evolversi e spesso riappare con un altro nuovo mentale progetto che potrebbe stravolgere l’originale o divenire ulteriore prossima opera. Non c’è stanchezza fisica, frutto di una intensa giornata lavorativa, fermare questo mondo parallelo che considero l’Arte. La prima emozione è sfida e ansia che provo immaginandomi dentro all’opera a scrutarne i particolari, i legami tra gli elementi
che tendo sempre emulare come legamenti cerebrali. La successiva emozione, ad opera ultimata, è dono, come se avessi ricevuto un prezioso regalo.
5. Ci sono figure o movimenti artistici che consideri punti di riferimento fondamentali per il tuo stile?
Non voglio peccare di presunzione nel pensare d’aver creato un nuovo stile d’Arte ma sinceramente non trovo movimento artistico che sia di riferimento alla
particolare tipologia che creo.
6. Cosa ti ha portato a dare forma al tuo personale linguaggio scultoreo e come hai costruito la tua identità artistica?
La mia necessità di comunicare e raccontare il limite. Quella corda tesa sulla quale, come un’equilibrista, mezzo traballante resto sospeso. Da una parte della fune la
realtà, o quello che pensiamo sia tale, e dall’altra l’immaginario. Il risultato scaturire nel generare particolari Opere propense a “rivelare” l’interiore oppure a
“scoprire” l’immenso. Due elementi estremi e celati che la mia arte cerca di emulare e svelare. Su questo si fonde una identità, una sorta di legame con l’ignoto
infinitamente piccolo e inesauribilmente immenso….
7. Se dovessi descrivere la tua arte utilizzando degli aggettivi, quali useresti e quali motivazioni ci sono dietro queste parole?
Allora, diciamo che alcune opere trasmettono un senso di energia e movimento pertanto Dinamica potrebbe essere il primo aggettivo.
Emozionante il secondo: le mie opere hanno la capacità di evocare emozioni. Anche Astratta si presta perché gran parte delle sculture presentano forme non reali. Pure Introspettiva perché è un’arte che chiama a riflettere sulle proprie emozioni. Sperimentale in quanto sovente alla ricerca di nuove tecniche.
Delicata perché curata nei particolari dettagli.
Simbolica perché in alcune ho usato simboli per trasmettere significati profondi.
Unica perché ogni scultura è un pezzo unico.
8. C'è stato un momento particolarmente importante nella tua carriera, un evento o un'opera che ha segnato una svolta significativa?
Si, penso che l’evento importante che ha segnato la mia carriera, sia stato il non essere ammesso alla 7° edizione della London Art Biennale 2025. Per l’occasione presentai ben 8 diverse opere ma nessuna fu ritenuta idonea all’evento. Consultandomi, in un secondo momento, con un critico italiano, quest’ultimo mi fece
notare che non ero presente in nessun social e la mia estraneità a tali strumenti era sicuramente uno dei motivi della mancata ammissione londinese. Da lì, figlio della generazione X, creai un elementare canale Instagram. Uno strumento che si rivelò efficace…. A novembre, una mia opera, Pineal, non ammessa in quel di Londra, verrà esposta a Firenze e nel mese di dicembre altri due importanti eventi, Venezia e Roma, mi attendono con opere diverse. La mia convinzione è che alla 8° edizione della London Art Biennale 2027 sarò fisicamente presente….
9. Qual è, secondo te, il ruolo dell'arte nella società contemporanea e come può influenzare il modo in cui percepiamo la realtà?
Ritengo che la vera Arte nella società contemporanea si possa ormai definire come un frutto biologico certificato. Intendo quella fatta con le mani, la tattile. Con
l’evento della AI, anch’essa sovente ritenuta arte, possiamo dire che, per chi la usa, il talento inventivo sia venuto meno ma la capacità espressiva terza si è amplificata. L’Arte pura, da sempre, accompagna il fruitore verso una comune sintonia
chiedendone forse un piacevole sforzo mentale quasi a domandare di essere ultimata… Cosa diversa le irruenti nuove “tecnologie artistiche” ….
10. Esiste un'opera in particolare che senti intima e speciale, capace di rappresentarti pienamente?
Si, è Venice. Un lavoro che racchiude in sé una serie di tecniche da me concepite in precedenti opere. È figlia della volontà di creare un’opera dove l’anima si facesse
notare un po' di più rispetto alle altre. Come la magnifica città lagunare, quest’opera è sorretta dal legno e inginocchiata nella laguna. Di Venezia ne porta i colori e il
fascino. È spogliata di una pelle che ne traccerebbe l’inutile etnia. Non è né bianca né di colore ma di quanto dentro ogni essere umano contiene: rosso del sangue, blu dell’acqua, marrone terra e l’oro dell’anima di ciascuno di noi. È Donna perché Donna è fondamento, l’uomo ne è il degno frutto. Il celato cuore, di ogni umano
uguale, è collegato alla ghiandola dell’intuizione antropica. Lo sguardo penetrante verso il cielo di chi risoluto è certo di innalzarsi. Mani sul ventre a proteggere il
futuro del chi deve arrivare…. La maschera per liberarsi dalle limitazioni e come impronta di rinascita mantenendo una sorta di impersonalità partendo dal basso in
una chiave minore.
11. E guardando al futuro, quali sono i progetti e le ambizioni che intendi perseguire nel tuo cammino artistico?
Quest’anno, malgrado il primo tentativo londinese, mi sono ugualmente convinto che le mie opere potessero essere esibite. Ho aderito con fiducia a tre esposizioni per il mese di novembre e dicembre 2025. Attendo di capire anche l’altro aspetto dell’Arte, quello espositivo e del giudizio di chi va oltre il bello… Nel 2026 spero di riuscire dedicare più tempo a questa passione. La volontà, quella che accomuna un po' tutti gli artisti, è di far conoscere la propria creatività. Tutto il resto arriverà da piacevoli conseguenze….
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